LA VIA DEL SALE

da Pianello Val Tidone a Portofino

 

PREMESSA: il percorso ha una lunghezza complessiva di circa 120 Km per un dislivello positivo totale di circa 4400 metri, come luogo di partenza abbiamo scelto la nostra bella val Tidone, nello specifico Pianello Val Tidone (PC), anche se in realtà la via del sale che siamo andati a percorrere in origine ha come luogo di partenza Varzi (PV) in val Staffora.

Il percorso l’abbiamo suddiviso in 2 tappe: il primo giorno percorrendo 58 Km con circa 2700 metri di dislivello positivo arrivando così a pernottare a Casa del Romano praticamente a ridosso del monte Antola, il secondo giorno percorrendo 62 km con circa 1700 metri di dislivello positivo con arrivo a Portofino (attenzione nell’ultimo tratto dalle antenne sopra a Portofino fino ad arrivare giù in paese, anche se in parte si tratta di sterrato e sottobosco ci era stato detto che in alcuni periodi dell’anno è vietato circolare in bicicletta se non con appositi permessi, nonché sempre in alcuni periodi dell’anno, se non in orari specifici, non lasciano entrare le biciclette nel centro di Portofino).

Il percorso l’abbiamo così suddiviso in base alla nostra preparazione fisica, certo è che ognuno può pensarlo in più tappe a seconda delle proprie capacità in quanto lungo il tragitto vi sono anche altri posti dove pernottare in modo da prevedere anche 3-4-5 tappe anziché 2. Il percorso risulta pedalabile per il 98% da chi ha una discreta preparazione.

 

DESCRIZIONE DELLA TRAVERSATA

 

La nostra avventura è partita di buon ora una calda mattinata di luglio da Pianello Val tidone e costeggiando il sentiero tabellato dell’ippovia del Tidone dopo circa 15 km siamo giunti alla diga del Molato dove da in mezzo alle vegetazione si scorgeva il bellissimo lago formato dal Tidone nel bacino della diga.

 

Da qui proseguendo lungo il sentiero del Tidone per circa 6 km siamo arrivati all’altezza di Zavattarello (PV) e percorrendo la vecchia strada che parte dal letto del fiume siamo risaliti in centro al paese dove ci siamo rifocillati riempiendo borracce e integrando i viveri per la parte successiva del percorso.

 

Lasciata la bella Zavattarello, con il suo castello alle nostre spalle, abbiamo dovuto percorre un pezzo su asfalto di una dozzina di chilometri, una sorta di “trasferta” per raggiungere la val Staffora passando attraverso i paesini di Pietragavina (dove vi è un bar/albergo, ed una fontana nel caso si scenda di 500 metri in direzione Varzi) e Santa Cristina, senza entrare nel centro abitato di quest’ultima ma girando subito giù a destra in direzione valle fino ad incrociare la S.P.461, da imboccare, in direzione monte per circa 600 metri fino a quando sulla destra appare una carraia che conduce al cimitero (punto acqua) di San Martino in val Staffora.

Da qui giù dritti in direzione valle (attenzione all’incorcio con S.P. 186 da attraversare) dove si giungerà ad un ponte in legno coperto da percorrere  e proseguire lungo la via principale fino ad incrociare la S.P.48, anch’essa da imboccare, da percorrere per circa 500 metri in quanto al primo ponte che attraversa lo Staffora bisogna svoltare a destra in direzione Bosmenso Superiore.

 

 

Oltrepassate le poche case dell’abitato di quest’ultimo sulla sinistra parte uno sterrato di circa 2 Km (strada bianca di una discreta pendenza ma comunque tutto pedalabile) che sbuca a metà della strada asfaltata che collega Castellaro a Cignolo, percorrere l’asfalto girando a sinistra in direzione Cignolo per circa 800 metri fino a quando sulla destra appere un’altra strada bianca che sarà quella che ci condurrà a Pian della Mora (strada con fondo ghiaioso tutta pedalabile e con alcuni strappi, impegnativa! Circa 6 km passando dai 700 ai 1450 metri di quota s.l.m., a circa 1/3 della salita c’è un punto acqua, l’ultimo fino al Chiappo)

(N.B.: per i meno preparati esiste un’alternativa a questa salita. Una volta giunti sull’asfalto che collega Castellaro a Cignolo anzichè prendere in direzione Cignolo ma dirigendosi verso Castellaro si può proseguire, sempre lungo asfalto, in direzione val Curone passando appunto attraverso Castellaro e Cella. Giunti in val Curone, svoltare in direzione monte del Curone e girare alla prima a sinistra dirigendosi così verso Remeneglia, Selvapiana, Costiolo fino a raggiungere  Forotondo, la strada continua oltrapassato quest’ultimo e tenendo la sinistra lungo la strada princiaple ai due pseudo bivi che si incontrano l’asfaltato finirà lasciando posto ad uno stradone di ghiaia avente per la maggior parte una pendenza dolce e che ci condurrà appena dopo Pian della Mora)

 

                                                                   

Una volta giunti a Pian della Mora inizierà la parte più bella e panoramica di tutto il tragitto che continuerà fino alla discesa dal monte Antola, panorami mozzafiato aventi come sfondo i monti più importanti di questa zona d’appennino (Lesima, Ebro, Alfeo, Penice ecc e le loro relative vallate).

Lasciando Pian della Mora inizieranno una serie di avvallamenti che ci condurranno fino alla vetta del monte Chiappo (alcuni di essi con rampe corte e ripide ma comunque pedalabili per i più allenati). In vetta a quest’ultimo sarà possibile rifocillarsi in quanto è presente un bar/ristorante (non in tutti i periodi dell’anno è aperto infrasettimanalmente) e una seggiovia per la pista di down hill/sci che conduce a Pian Del Poggio.

 

 

Ripartiti dalla vetta del Chiappo si scende fino a Capanne di Cosola (crocevia fra le 4 regoni Emilia, Lombardia, Liguria, Piemonte dove si trova l’albergo Capanne di Cosola; qui nelle vicinanze vi sono anche altri posti dove pernottare tra cui a Capannete di Pej ed a Pian Dell’Arma’, quest’ultimo lo si può raggiungere anche prima di affrontare l’ultima salita del monte Chiappo tenendo la sinistra appena prima dell’ultima rampa; questa è comunque una zona da tenere in considerazione per un eventuale tappa aggiuntiva)

Lasciata Capanne di Cosola imbocchiamo la strada asfaltata alla sinistra dell’albergo di Cosola in direzione Bogli percorrendola per circa 4 km fino quando sul primo tornante chiuso verso sinistra si intravede una stradina in salita, da imboccare, ci condurrà verso il monte Carmo sempre attraverso una serie di su e giù una volta giunti sul crinale (per chi fa il tragitto in più di due giorni o comunque pernotta nei paraggi, se si vuol godere ulteriori bei panorami, spingendo la bicicletta per qualche centinaio di metri può optare di imboccare il sentiero Cai appena dietro l’albergo di Cosola passando sul Cavalmurone e vicino al monte Legnà e senza tenere la direzione per quest’ultimo andrà ad incrociare la stradina che sale da Bogli)

 

 

Giunti ai piedi della vetta del monte Carmo il nostro percorso prosegue aggirando quest’ultima e poco dopo inizierà la discesa che ci condurrà a Capanne di Carrega (dove c’è un ristorante), da qui un breve pezzo d’asfalto di circa 2 km e si giunge all’albergo di Casa Del Romano ai piedi dell’osservatorio astronomico. Qui finisce la nostra prima giornata della via del sale con una bella abbuffata e una gran dormita.

Il secondo giorno parte con una giornata fantastica, il cielo è splendido dopo il temporale della notte, il fondo è comunque perfetto, imboccando la stradina a lato dell’albergo e lambendo l’osservatorio ci dirigiamo sul monte Antola.

                          

Da da qui parte un percorso fantastico con panorami mozzafiato fino ad arrivare a scorgere il bellissimo lago del Brugnetto da un lato e dall’altro la val Borbera, proseguendo fino al rifugio del monte Antola nel quale ci siamo rifocillati e da dove il lago del Brugneto è ancor più suggestivo.

   

 

Abbandonato il rifugio Antola inizia un percorso lungo un sottobosco, su e giù, che conduce ad un’altrettanto lunga discesa con fondo in pietra (non impegnativa) che termina a Donetta . Da questa piccola località bisognerà percorrere qualche centinaio di metri d’asfalto per andare ad imboccare un sentiero che ci farà tenere una sorta di mezza costa al di sopra di Torriglia in direzione del monte Lavagnola.

Proseguendo sotto le pendici del Lavagnola si arriva a percorrere una discesa, un po’ tecnica in alcuni punti (con qualche metro da fare a piedi), che condurrà al “passo” sulla strada asfaltata che collega Scoffera a Rossi, attraversata la strada e riprendendo il percorso, da questo punto e per un discreto tratto, purtroppo si noterà che il sentiero è stato un po’ abbandonato a se stesso, la vegetazione in alcuni punti invade completamente il percorso e quindi abbiamo dovuto un po’ farci strada a mo di buldozer. (per fortuna si tratta di vegetazione senza spine e non urticante, speriamo che qualcuno l’abbia ripulito) Continuando in questo su e giù nel sottobosco siamo giunti all’altezza di Bargagli dove abbiamo optato di abbandonare temporaneamente il sottobosco per scendere verso il paese a rifocillarci e fare scorta di viveri al ristorante appena sotto.

Lasciato il ristorante, in direzione monte, parte un’altra trasferta su asfalto di circa una dozzina di chilometri passando nelle vicinanze di Maxena ed in prossimità di Pannesi si giungerà ad Uscio, a circa un chilometro dall’ingresso nell’abitato di quest’ultimo sulla sinistra vi è una strada che conduce in direzione della Colonia Arnaldi , optando se tenere la strada più a basso o quella sopra attraverso la colonia bisognerà giungere al “passo” della strada che conduce ad Aveno. Giunti allo svallamento, proprio sopra a quest’ultimo vi è un vecchio pontino pedonale accessibile dalla rampa a qualche metro più avanti sulla sinistra.

 

 

Il ponticello è l’acceso del sentiero direzione Ruta, il sentiero inizia con un classico su e giù, come del resto lo è stata tutta la parte della seconda giornata, fino ad arrivare alla discesa che ci condurrà in Ruta, l’ultimo tratto di discesa presenta il susseguirsi di salti/gradini di roccia ogni centinaio di metri quindi per i meno esperti sarà necessario scendere e risalire alcune volte dalla bicicletta anche se per brevissimi tratti. ……Si inizia a scorgere il mare……. Il sentiero termina con una scalinata finale non difficile da percorrere in sella che conduce all’abitato. (Da Ruta vi è anche la possibilità di scendere a Recco o Santa Margherita Ligure nel caso ci siano problemi all’accesso di Portofino come menzionato nella premessa)

 

 

Dalla periferia del paese bisogna recarsi verso la chiesa e proseguire a lato del sagrato sulla stradina in salita, a pochi metri sulla sinistra si noterà una sorta di piccolo campanile e qualche decina di metri più avanti sulla destra fra due fabbricati si noterà una scalinata con relativa rampa in cemento a fianco, da imboccare!!!!!Direzione antenne di Portofino (Sul fabbricato a fianco è affissa indicazione “via San Fruttuoso e Portofino” la rampa è pedalabile per i più allenati/tecnici, l’inizio è più ripido poi la pendenza diminuisce fino allo scomparire dei gradini e al proseguire del sentiero, a qualche centinaia di metri più avanti vi è anche un punto acqua).

Giunti a lambire le antenne di Portofino il sentiero prosegue nel sottobosco fino a quando iniziando a perdere quota il fondo diventa pavimentato (attenzione lo stradello è molto stretto e a doppio senso, è molto facile incontrate macchine, moto ecc quindi scendere con molta cautela mantenendo una velocità molto bassa. Ad un certo punto sulla sinistra vi è anche un sentiero che porta verso Santa Margherita Ligure) percorrendo la lunga discesa si arriva finalmente nel parcheggio a ridosso del centro di Portofino!! ARRIVATI…..!!!E per i più fortunati che capitano in paese al momento giusto, buona gita in centro !

 

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